Attorno al villaggio di Gusen furono costruiti tre sottocampi, dipendenti dal campo di concentramento di Mauthausen (a circa 5 km di distanza). Il primo, Gusen I, fu costruito nel marzo 1940, con l’obbiettivo di utilizzare i deportati per lo sfruttamento delle miniere di granito situate nelle vicinanze.
Nell’arco di tre anni il campo viene a contenere un numero di prigionieri superiore a quello del campo principale di Mauthausen, con l’arrivo di deportati sovietici, jugoslavi, francesi, italiani (dall’agosto 1943) e l’apertura di altre attività produttive (Steyr-Daimler-Puch AG) legate alla produzione bellica. Nel marzo del 1944 iniziano i lavori per la costruzione del campo di Gusen II (St. Georgen). I deportati, oltre a costruire il campo, lavorano allo scavo di un sistema di gallerie entro le quali vengono collocati impianti per la produzione di armi e parti di aerei (Steyr-Daimler, Messerschmitt). In dicembre inizia la costruzione di Gusen III, destinato alla produzione di laterizi (DEST).
Furono scavati nella montagna circostante e nei pressi di St. Georgen 7 chilometri di tunnel (larghi da 6 a 8 metri, alti da 10 a 15) per ubicarvi la produzione bellica e i macchinari dell’Istituto di ricerca della Scuola Superiore Tecnica di Vienna, per ricerche connesse alla produzione missilistica (V1 e V2). I lavori furono eseguiti senza badare alla sicurezza degli operai, provocando quotidianamente morti e feriti.