Tappa 1 – Liceo Romagnosi, Parma

Il nome di Giorgio Nullo Foà rimarrà sempre legato al Liceo classico “Romagnosi” di Parma: il 27 gennaio 2017, all’interno delle mura della scuola, è stata inaugurata una targa in sua memoria, nella quale sono incise le seguenti parole: “A Giorgio Nullo Foà, allievo del Liceo Romagnosi, espulso dalla classe III B nel 1938 a causa delle leggi razziali antiebraiche. Deportato ad Auschwitz e qui ucciso, oggi viene riammesso”.  Una “riammissione”, dunque, che la scuola ha voluto tributare a Giorgio Foà per riassegnargli un “banco” che gli sarebbe toccato di diritto nel 1938 e che, proprio il diritto, arbitrariamente gli tolse. Si fa riferimento alla promulgazione del Regio Decreto Legge 5 settembre 1938, n. 1390, “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista” (GU n. 209, 13 settembre 1938), che, tra le altre cose, prevedeva che “alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica” (art. 2).

Quell’anno, Giorgio Foà avrebbe dovuto iniziare la classe III, sezione B, ma le porte del liceo per lui si chiusero per sempre.

L’espulsione di Foà dalla scuola destò stupore in alcuni ragazzi, ma l’indifferenza fu il sentimento prevalente in quella circostanza: così si legge in una testimonianza di Giovanni Timossi, compagno di classe e di banco di Giorgio: “Vorrei ricordare l’amico fraterno Giorgio Foà. Condivisi con lui il banco del liceo classico Romagnosi, sezione B, negli anni scolastici 1936-1937 e 1937-1938. Frequentavo la sua casa di Via dell’Università giacché una forte amicizia era venuta crescendo fra noi per la comune frequentazione scolastica. Un giovane buono, un amico sincero. All’inizio del 3° anno Giorgio non venne a scuola: le leggi razziali lo volevano escluso da quel Liceo che fino ad allora aveva frequentato con buon profitto. Ci fu un sussulto nei nostri cuori? L’ignobile provvedimento ci apparve in tutta la sua gravità e in tutte le sue tremende implicazioni? Io credo di dover ammettere per amore di verità che indifferenza e apatia contraddistinsero il nostro comportamento di allora: né dalla bocca dei docenti un pur minimo accenno all’infame reiezione ebbe a sortire, segno evidente dello sfascio ideale e morale che la dittatura aveva provocato in tante coscienze” (testo tratto da M. Minardi, “Invisibili. Internati civili nella provincia di Parma 1940-1945”, Bologna, Clueb, 2010, p. 179). La routine della scuola, dunque, procedeva come sempre, mantenendo tutta la sua integrità, mentre la vita degli alunni di religione ebraica, come Giorgio Foà, veniva irrimediabilmente lacerata e, nelle loro esistenze, veniva creata una frattura non ricomponibile tra il tempo “prima del settembre 1938” e il tempo “dopo il settembre 1938”.

Video realizzato dagli studenti del Liceo “Romagnosi” in occasione della posa della pietra d’inciampo intitolata a Giorgio Foà dinnanzi ai cancelli della scuola (27 gennaio 2021):

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