Tappa 1: Torino Casa Bachi

Una delle poche foto che ci sono rimaste di Armando Bachi ci trasmette un’immagine di “rappresentanza” dell’uomo, impettito nella sua divisa di generale e orgoglioso di esibire le mostrine cucite sulla giacca e l’aquila stagliata sul cappello. Questa foto basterebbe da sola a descrivere l’enorme statura del Generale Armando Bachi, nato a Verona il 17 gennaio 1883 e, come si evince dal suo stato di servizio, iscritto nelle liste di leva del Comune di Torino, dove prestò giuramento di fedeltà l’11 novembre 1903. La carriera militare portò Armando Bachi ad intraprendere numerose campagne di guerra e ad ottenere altrettante onorificenze: fu decorato della croce di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia; fu insignito della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918; ricevette la croce di cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; si fregiò della medaglia interalleata della Vittoria e della medaglia ricordo dell’Unità d’Italia; fu decorato della croce al merito di guerra Ordine della Intendenza della VII Armata; ottenne la Croce d’oro per anzianità di servizio e la Croce di Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia; gli fu concessa la Croce di Guerra al Valore Militare “Monte Ortigara 10-19 giugno 1917” poiché “dette prova di ardimento e coraggio nelle numerose ricognizioni eseguite sotto il fuoco nemico”; fu nominato Commendatore dell’ordine della Corona d’Italia.

Tutte queste onorificenze furono ridotte in polvere dal ­Regio Decreto Legge 22/12/1938 n. 2111, che decreta (art. 1): “Gli ufficiali in servizio permanente del Regio esercito, della Regia marina, della Regia aeronautica, della Regia guardia di finanza e della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, appartenenti alla razza ebraica […] sono dispensati dal servizio ai sensi dell’art. 20 del R. decreto-legge 17 novembre 1938-XVII, numero 1728, e collocati in congedo assoluto”. Il congedo assoluto spogliò per sempre il Generale Armando Bachi di quella divisa che tanto fieramente indossa nella foto, ma non poté impedire che la gloria militare del Generale potesse vincere il progetto di totale cancellazione imposto dai nazifascisti. Oggi La foto rimane viva testimonianza dell’eroismo di Armando Bachi, che strenuamente combatté al fronte durante la Grande Guerra come Maggiore nell’arma di artiglieria e come tenente colonnello di Stato Maggiore.

 

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