È l’ultima fase del lunghissimo viaggio di Massimiliano. Dopo Fossoli viene infatti mandato a Verona e dopo mesi, nell’agosto 1944, inizia il viaggio verso la meta finale: Auschwitz.
Non sappiamo più nulla di Massimiliano, se non che venne trasferito nel campo di Dachau, dove la sua vita si spense in un giorno rimasto ignoto.
La sua vita, pur se scarna di notizie, ci impone di ricordare almeno due aspetti. Il primo ci ricorda quanto fosse difficile la vita per un ebreo anche prima dell’occupazione tedesca in Italia. Non fu con l’8 settembre 1943 che iniziarono i patimenti per gli ebrei italiani, bensì con le leggi razziali del 1938 che erano certamente in grado di far sentire tutto il loro peso alla società civile.
Il secondo aspetto che mette in luce la vita di Massimiliano è la grande rete di campi e sottocampi presenti in tutta la penisola. Pensiamo semplicemente alla nostra provincia, con i campi di Scipione, Monticelli e Montechiarugolo. Seppur neanche lontanamente paragonabili ai campi di sterminio, questi sono luoghi di cui si è persa completamente la memoria e attraverso cui però passarono tantissime persone che, costretti a lasciare la propria vita e i propri cari, furono condannati alla deportazione nei campi di sterminio.