Dopo l’arresto, Giorgio Nullo Foà fu condotto dai tedeschi a Milano e, molto probabilmente, fu rinchiuso nel carcere di San Vittore. Non è stato rinvenuto alcun documento che attesti l’effettiva carcerazione di Foà, ma, se si considera il percorso di altri ebrei arrestati nella provincia di Parma e poi trasferiti a Milano – come, ad esempio, Armando e Roberto Bachi – il dato risulta in perfetta linea con la “normale” successione delle tappe. Un comunicato redatto dalla prefettura di Milano in data 4 maggio 1947, inoltre, attesta che la gendarmeria tedesca non teneva elenchi nominativi degli ebrei detenuti, ma identificava ognuno di loro con un numero matricolare. Oltre a questa pratica, senz’altro rilevante ai fini dell’assenza di documentazione è stata la distruzione dei registri matricolari anteriori all’ottobre 1944.
Tralasciando questo “vuoto documentario”, ciò di cui siamo certi è che Giorgio Nullo il 6 dicembre del 1943 fu portato in Stazione Centrale, al Binario 21, dove giunse il convoglio n. 05, che si arrestò, dopo cinque giorni di inesorabile marcia, dinnanzi ai cancelli del campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz.